La casa dei silenzi by Donato Carrisi

La casa dei silenzi by Donato Carrisi

autore:Donato Carrisi [Carrisi, Donato]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788830460560
editore: Longanesi
pubblicato: 2024-10-28T22:00:00+00:00


24

Si trasferirono in soggiorno. C’era un camino acceso con davanti una corte di cuscini damascati. Si accomodarono, sedendosi su tappeti persiani. L’ambiente era pervaso da un odore d’incenso. Un po’ ovunque erano sparsi cristalli e quarzi, spiccava un geode nero e viola. Erica stessa portava al collo un ciondolo con un’ametista.

Candele di varia foggia marchiate con simboli esoterici. In un angolo, un budda di cera che si squagliava lentamente. Dal soffitto pendeva un acchiappasogni. Sculture tribali e maschere africane.

Le stampe alle pareti ritraevano oscure divinità sorridenti e costellazioni. Su un tavolino erano disposti dei tarocchi di Besançon.

E poi c’erano montagne di libri di magia e divinazione.

Mischiati nell’arredamento c’erano anche parecchi strumenti elettronici, ma Gerber ne riconobbe solo alcuni. Un registratore a bobine, un oscilloscopio, un analizzatore di spettro, un ricevitore e un trasmettitore con terminazioni che finivano inevitabilmente nel soffitto. L’impianto sul tetto doveva avere derivazioni in tutte le stanze.

L’antenna elicoidale doveva essere un collettore di energie e una sorta di centro nevralgico della casa. Gerber si chiese ancora una volta a quale genere di esperimenti servisse.

Fra le apparecchiature presenti fu colpito soprattutto da un tonoscopio. Consisteva in una piastra metallica collegata a un tubo di risonanza: mettendo della sabbia sulla lamina e sottoponendola a vibrazioni acustiche, i granelli iniziavano a dividersi e quindi a raggrupparsi di nuovo, assumendo spontaneamente forme geometriche perfette, simili a frattali.

«Ernst Chladni nel diciottesimo secolo già scriveva di come le onde sonore influenzino la materia» disse Erica De Roti, che si era accorta dell’interesse di Gerber. «Ma fu Hans Jenny, più di un secolo dopo, a porre le basi della cimatica.»

La cimatica era una teoria pseudoscientifica che postulava l’influenza delle onde sonore sul mondo fisico, ritenendo che modificassero l’apparenza e la sostanza delle cose. Ma Gerber temeva che in quella casa si cercasse di dimostrare anche un’incidenza sul piano psichico.

Molti in passato si erano cimentati in tecniche ipnotiche strumentali per influenzare la mente. Era un ambito pieno di incognite, oltre che pericoloso.

A conferma del suo presentimento, in un angolo accanto alla finestra individuò una chaise-longue in pelle nera che fungeva da postazione d’ascolto. Sopra vi erano appoggiate delle cuffie avvolgenti per immersioni sonore, collegate attraverso un cavo a spirale a un amplificatore che al momento era spento.

Intuì che, nonostante vivesse come un’eremita, Erica De Roti aveva ancora dei pazienti. Chissà cosa sperava di trovare chi si spingeva fin lì per farsi curare. Ad ogni modo bisognava essere mossi da un’incrollabile determinazione, oltre che da una fede cieca.

«Raccontami la storia della donna silenziosa» disse la psicologa, porgendogli una tazza di caffè fumante insieme a un piattino con del pane caldo.

Mentre si ristorava, Pietro Gerber tirò fuori il taccuino nero dedicato al caso e riassunse il racconto ascoltato nei sogni ipnotici di Matias.

«Hai trovato prove che la signora silenziosa sia reale?» chiese Erica alla fine.

«Il palazzo giallo in cui Matias mi ha mandato col suo primo sogno esiste veramente. Sono entrato in un appartamento abbandonato dove presumo abitasse quella donna. Lì ho trovato numerosi indizi che mi



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